"Non esiste La santità in astratto. Solo Dio è santo... La Chiesa conferma e ratifica che la vita che quella persona ha
vissuto e la vita di un santo e per questo la proclama come tale". Joacquìn Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede durante il pontificato di Papa Wojtyła, ha tracciato oggi durante l'odierno incontro con i giornalisti, un suo personalissimo ricordo di Giovanni Paolo II.
Tre sono i verbi con cui Navarro-Valls ha riassunto la santità del Papa polacco: pregare, lavorare, sorridere.
Per quanto riguarda la preghiera: "La preghiera e
per me il bisogno più profondo della mia anima, così diceva. Si prega per
motivi. In lui la preghiera era il bisogno più profondo, come per noi respirare,
per lui pregare".
Anche nel lavoro c’era qualcosa di peculiare, del
lavoro di un santo. "Non sapeva fisicamente perdere un minuto e insieme non
aveva mai fretta. Per me non era solo abilità umana, c’era qualcosa che
sgorgava molto profondamente dal sua anima... Risolveva i problemi pensando alle persone che avrebbero
dovuto vivere la decisione presa in quel momento".
Nonostante tutto il buon umore non mancava mai. Sottolinea Navarro Valls: "Mi ha fatto pensare che non esiste, non può esistere un
santo triste".
Ha sottolineato l'ex direttore della Sala Stampa: "La prima volta che da vicino l’ho visto pregare ho avuto
l’evidenza che era una persona in continuo contatto con Dio".